“Un web browser o navigatore, in informatica, è un programma che consente di usufruire dei servizi di connettività in Internet, o di una rete di computer, e di navigare sul World Wide Web. “ [Wikipedia], insomma il programma che state usando per visualizzare questo blog.
Nel mondo dell’informatica esistono svariati web browser e non ci soffermeremo ad analizzare pregi e difetti, funzionalità e scopi di utilizzo di ognuno di loro.
Un programmatore web, però, dovrebbe aver installato sul proprio pc almeno i browser più diffusi per poter verificare il risultato del codice prodotto. Attualmente i browser più diffusi sono Chrome di Google, Internet Explorer di Microsoft e Firefox di Mozilla Foundation.
È doveroso precisare che le tecnologie web sono in continua evoluzione e che un programmatore web dovrà sempre scegliere se implementare tecnologie nuove, supportate solo dai browser più moderni, o utilizzare tecniche “antiquate” che assicurano una corretta visualizzazione del sito anche su browser più vecchi a discapito di tante belle animazioni, effetti di transizione, sfumature ecc. La soluzione a questo dilemma esiste e si chiama graceful degradation, la quale impone di realizzare la pagina sfruttando sia le tecniche più moderne sia quelle più datate per permettere all’informazione di essere comunque visualizzata in modo corretto dal browser. Per maggiori informazioni sulla graceful degradation rimandiamo alla lettura dell’articolo pubblicato sul sito Html.it al seguente indirizzo http://www.html.it/articoli/graceful-degradation-e-progressive-enhancement-1/
Non tratteremo le tecniche della graceful degradation e, alla luce del cessato supporto di Microsoft a Windows XP, alla propaganda intrapresa da governi quali quello inglese, americano e svedese che invitano la popolazione ad aggiornare i propri browser per avere software più sicuro, i prossimi articoli proporranno tecniche moderne di programmazione, nello specifico Html5 e Css3.
Del resto, chi vorrebbe realizzare un sito come questo
Quando con css3 e html5 si possono relizzare siti interattivi e dinamici come questi
Quella che noi comunemente chiamiamo pagina web non è altro che un documento elettronico in formato HTML che è un linguaggio la cui sintassi è basata su marcatori. (Hypertext Markup Language)
é fondamentale precisare sin dall’inizio che non stiamo parlando di un linguaggio di programmazione, ciò significa che l’HTML non ha meccanismi che consentono di prendere delle decisioni (“in questa situazione fai questo, in quest’altra fai quest’altro”), e non è in grado di compiere delle iterazioni (“ripeti questa cosa, finché non succede questo”), né ha altri costrutti propri della programmazione.
I marcatori questi sconosciuti….. In tipografia, la marcatura veniva usata per dare al compositore o al dattilografo le indicazioni su come formattare il testo tramite annotazioni riportate all’interno del manoscritto. Allo stesso modo noi daremo le nostre istruzioni al Browser.
Esistono diversi tipi di markap language, nel nostro caso i marcatori cominciano con un segno di minore (<) e terminano con un segno di maggiore (>), in html le marcature vengono anche dette tag, la sua caratteristica migliore è che è di pubblico dominio, quindi sentitevi liberi di scriverne quanto ne volete.
“Non ho mai previsto che il codice sorgente di HTML (cioè la roba con le parentesi angolate) fosse visibile agli utenti. Un browser/editor avrebbe fatto vedere o editare all’utente soltanto il linguaggio di una pagina di ipertesto, come se stesse usando un word processor. Per me, e credevo anche per gli altri, l’idea di chiedere al pubblico di battere a mano le parentesi era inaccettabile quanto chiedere a qualcuno di scrivere un documento in Microsoft Word stendendo il formato in codice binario. Ma la leggibilità dell’HTML si rivelò una manna inaspettata. Con mia grande sorpresa molte persone si familiarizzarono alla svelta con i tag, e iniziarono a scrivere direttamente propri documenti in HTML”
Tim Berners-Lee, L’architettura del nuovo Web, Feltrinelli, Milano, 2001
Il nostro browser no il testo il teston farà altro che leggere, interpretare e restituire le nostre istruzioni.
Ogni tag ha nomi differenti a seconda della sua funzione e ogni markup ha bisogno della sua corrispondete chiusura identificata dallo slash ( / ) ovvero <TAG> </TAG>.
La coppia marcatore di apertura e marcatore di chiusura rappresenta un blocco il quale contiene del testo o a sua volta altri blocchi di marcatori. Ecco perché abbiamo parlato della capacità di indentare il testo da parte degli editor; i tag html hanno una struttura gerarchica e l’indentazione ci aiuta a capire rapidamente un blocco cosa contiene e a sua volta da chi è contenuto. Non fatevi confondere da tutti i termini che abbiamo usato, marcatori, markup, tag, indicano esattamente la stessa cosa. E bene che facciate conoscenza con i vari modi di identificare i mattoncini fondamentali dell’Html.
Come abbiamo già detto, la famiglia dei browser è numerosa, e come ben sappiamo in ogni famiglia ogniuno vede le cose a modo suo, ma per fortuna, l’html è un linguaggio standardizzato, quindi, segue delle regole rigide, a mettere tutti d’accordo c’è il World Wide Web Consortium che sviluppa specifiche tecniche e linee guida mediante un processo definito per massimizzare il consenso riguardo al contenuto di un technical report al fine di assicurare un’alta qualità tecnica ed editoriale, e conseguire l’appoggio del W3C e della comunità. (http://www.w3c.it/it/1/ufficio-italiano-w3c.html)
questa serie di ariticoli è stata realizzata con la collaborazione dell’amico Claudio